La Sala di Venere, a Palazzo Pitti, dà inizio alle stanze di rappresentanza del piano nobile, le cosiddette sale dei Pianeti, la cui decorazione ad affresco e stucchi fu affidata a Pietro da Cortona, per volere di Ferdinando II de’ Medici. Le sale in pieno gusto barocco celebrano i Medici e in particolar modo il principe, attraverso la presenza di personaggi chiave, le divinità dell’Olimpo (Venere, Apollo, Marte, Giove e Saturno) ed Ercole. Al centro del soffitto della sala un giovane principe viene strappato dalle braccia della dea, simbolo del piacere, e condotto da Minerva verso Ercole, simbolo di virtù. La sala era considerata il luogo dove attendere di essere ammessi alla presenza del granduca, e per questo, in alto, fu sistemato un piccolo finestrino tra gli stucchi, che permetteva al sovrano di spiare e di ascoltare quanto avveniva o si diceva nella sala sottostante. Le vicissitudini della sala, le sue pareti rosso acceso, il barocco insediatosi sulla precedente impostazione rinascimentale, l’accostamento di capolavori indiscussi della storia dell’arte con la statua centrale della Venere, hanno subito rapito Liu Bolin, che ha deciso di eseguire qui uno dei suoi celebri camouflage. Nel 2023, l'opera è entrata a far parte della collezione permanente delle Gallerie degli Uffizi. Si tratta della più ampia collezione di autoritratti al mondo.