Tra i Collateral di ArtVerona 2016, una mostra al Museo AMO, proveniente dal Theater Museum di Vienna e dal Museo Villa Stuck di Monaco, ripercorre il legame tra Hermann Nitsch, la sua sperimentazione drammatica e la storia del teatro contemporaneo.
Da una collaborazione tra Comune di Verona, Veronafiere-ArtVerona, AMO Arena Museo Opera – Palazzo Forti, Atelier Hermann Nitsch, Nitsch Foundation di Vienna, Museo Hermann Nitsch-Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee di Napoli e con il supporto di Boxart di Verona nasce una straordinaria opportunità per il pubblico italiano, quella di esaminare in maniera esplicita il nucleo drammatico, le qualità sceniche e la contestualizzazione dell’o.m. theater (Teatro delle Orge e dei Misteri) di Hermann Nitsch dentro la storia del teatro, in modo da offrire una visione più estesa e comprensiva dell’opera dell’artista nel suo intero.
Il focus della mostra, curata da Hubert Klocker, direttore della Friedrichshof Collection (Zurndorf/Vienna), si concentra sul significato e sulla necessità dell’esperienza diretta maturata attraverso la partecipazione all’evento drammatico, e allo stesso tempo sul fatto che gli elementi individuali dell’opera dell’azionista viennese – soprattutto la pittura e il disegno, ma anche la musica e la letteratura – siano subordinati all’elemento drammatico e performativo di base della poetica di Nitsch nel suo complesso.
"Ospitare all’Arena Museo Opera una mostra dell’artista contemporaneo Hermann Nitsch” dichiara Francesco Girondini , direttore del Museo AMO “sottolinea ancora di più il fine che si è dato questo museo fin dalla sua apertura: divulgare la conoscenza dell’opera lirica, nello specifico l’attività artistica realizzata in oltre un secolo di vita dalla Fondazione Arena e, nel contempo, aprire la propria indagine espositiva in ambiti collaterali, proponendo al pubblico mostre di artisti che nella loro vita hanno spinto la propria ricerca artistica in forme espressive diverse ma affini, come la musica o il teatro così come per l’appunto ha fatto Hermann Nitsch".
In esposizione bozzetti, foto di scena, costumi ideati da Nitsch per alcune delle più celebri rappresentazioni da lui dirette come regista, scenografo e costumista: Hérodiade di Jules Massenet alla Staatsoper di Vienna (1995), il Satyagraha di Philipp Glass al Festspielhaus di St. Pölten (2001), e il Faust di Robert Schumann per l’Opernhaus di Zurigo (2007).
L’evento è stato selezionato dalla XII edizione di ArtVerona, tra i suoi Collateral, che quest’anno hanno come tema portante il genio di Wolfgang Amadeus Mozart.
A proposito del celebre connazionale Nitsch scrive: "Mozart è stato maestro di tutti i toni e i colori della composizione in maniera allegra ed esuberante. Egli è riuscito a esprimere ugualmente il giubilo e il tragico. Io amo Le nozze Figaro così come la sua Sinfonia "Jupiter", e alla stessa maniera amo la Sinfonia in Sol Minore o il suo Requiem. Con il Requiem, Mozart raggiunge il suo apice. L’arte ha finalmente un esito metafisico. Con il Requiem Mozart è riuscito a rendere allegra una trasfigurazione, la morte diventa una rinascita, una risurrezione. Tutto lo spettro della luce germoglia da una profonda malinconia. Le guerre atomiche si spera siano annullate così, fin dall’inizio...".
Anche a Hermann Nitsch si deve la composizione di un Requiem, per la seconda moglie Beate König, scomparsa prematuramente. Quella musica è diventata la colonna sonora dell’Azione n. 56 dell’artista viennese.
La "Sinfonia per Verona" composta da Nitsch sarà invece al centro di un grande concerto in programma nella Giornata del Contemporaneo Sabato 15 Ottobre 2016 all’Auditorium del Palazzo della Gran Guardia (Piazza Bra, 1 – 37121 Verona), dalle ore 21.00, e verrà eseguita dall’Orchestra Filarmonica di Verona.
A dirigere, sarà invece Andrea Cusumano, Assessore alla Cultura di Palermo, e direttore d’orchestra di innumerevoli performance dell’artista.
"Hermann Nitsch ha lavorato alla teoria e alla realizzazione del Teatro delle Orge e dei Misteri (Orgien Mysterien Theater) dal 1957. Esso è un dramma epico, per la cui esecuzione completa l’artista ha disegnato un’architettura speciale e un’area performativa, imperniata sul suo luogo di lavoro e di residenza, il Castello di Prinzendorf.
Dal 1963 in avanti Nitsch ha presentato gli elementi essenziali della sua rappresentazione, scanditi in una “Festa dell’esistenza” di 6 giorni sotto forma di numerose Azioni. Egli è stato in grado di adattare la sua struttura aperta a una varietà di spazi che gli sono stati resi disponibili, dalle cantine a un anfiteatro romano, fino al palcoscenico del Burgtheater. Con l’impegnativa opera che ha intrapreso fin dall’inizio degli Anni Settanta, Nitsch è arrivato ad occupare una posizione centrale nella storia di una nozione espansa di arte, che include i suoi sviluppi multimediali.
In accordo con il carattere sinestetico della sua arte, la struttura drammatica del o. m. theater è organizzata attorno a un esteso corpo di opere di arte visiva, musica e letteratura, in cui l’artista è stato capace di sviluppare i motivi e la simbologia del suo linguaggio pittorico e materiale, così come l’estensione spaziale di esso e dettagliate “partiture di azione”. Sulla scorta di ciò, è sorto un esteso lavoro teoretico in cui Nitsch ha proposto studi sulla contestualizzazione storica e sullo sviluppo storico-culturale della sua opera, nonché l’evidenza storica della sua ricezione nel campo dell’analisi psicologica e della conoscenza neurofisiologica.
Il motivo centrale e il tema dell’arte di Hermann Nitsch è la rappresentazione della trascendenza del tragico –e in ultima istanza della morte-, attraverso un processo catartico di presa di coscienza. Questa volontà è correlata anche al fatto di essere nato in una Vienna, che ha subito ogni sorta di conflitti politici e culturali nel XX secolo, dallo splendore imperiale e l’apocalittico declino fino alla difficile ricostruzione cultural-politica dopo il 1945. Nato nell’anno dell’annessione dell’Austria, e quindi al tempo in cui l’Austria cessava di essere uno stato indipendente, Nitsch ha vissuto i raid aerei e la battaglia per Vienna, esperienze traumatiche che pure certamente hanno influenzato il suo lavoro. Come un artista della prima avanguardia austriaca post-bellica e dell’Azionismo Viennese, egli ha dato un importante e ancora oggi controverso contributo, non solo al processo di ridefinizione del ruolo dell’arte contemporanea, ma anche a molte dispute fondamentali e a discussioni relative allo sviluppo di un’atmosfera sociale, culturale e politica aperta e liberale nella Seconda Repubblica d’Austria.
La storia della nascita della sua “celebrazione dell’esistenza”, non solo corre parallela, in modo indipendente, alla rivoluzione performativa delle arti visive, ma costituisce anche parte integrante di essa. In questo contesto, l’o.m. theater, con tutta la sua complessità, deve essere tratteggiato come un’opera particolarmente densa e sfidante. Nitsch ricopre inoltre una posizione internazionalmente influente attraverso il suo coinvolgimento dell’Azionismo Viennese.
Partendo dal primo, spettacolare lavoro pittorico nel campo dell’astrazione gestuale, Nitsch ha sviluppato, dal 1960 in poi, un evento non-verbale, i cui primi schizzi drammatici erano composti ancora usando linguaggio e testo, che nel corso degli anni ciò si è espanso in un gigantesco collage di mitologia.
Dalla metà degli anni Sessanta le sue Azioni hanno ricevuto attenzione, non solo nel campo delle arti visive, ma contemporaneamente anche come parte della sperimentazione e della performance teatrale, che stava tentando di estendere radicalmente l’arte. Questi sviluppi avrebbero presto avuto un impatto sulla pratica della produzione scenica nei teatri tradizionali.
Tutto ciò illustra quanto il linguaggio della forma e dell’estetica nella teoria e nella pratica del teatro di Nitsch abbia fornito anche una base adeguata per le produzioni teatrali che egli ha anticipato e che egli è stato successivamente invitato a intraprendere dagli anni ‘90 in poi. Nitsch ha raggiunto successi impressionanti non solo come regista di opere che non sono state ideate da lui, come ad esempio nell’ambito della produzione dell’Erodiade di Jules Massenet alla State Opera di Vienna, o del Faust di Robert Schumann all’Opera House di Zurigo, ma anche con l’esperimento di un adattamento dell’o.m. theater per il moderno illusionistico boccascena del Burgtheater di Vienna. Più di recente, nel 2011, Nitsch è stato il regista, direttore delle scene e dei costumi del San Francesco d’Assisi di Olivier Messiaen alla Bavarian State Opera di Monaco".
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