Macoto Murayama (Kanagawa, 1984) unisce alla tecnologia l’arte botanica in modo da poter coltivare la “flora inorganica” da lui concepita. Il suo processo creativo parte dall’osservazione al microscopio e dalla dissezione di fiori reali, che vengono successivamente ricreati utilizzando programmi di grafica 3D.
L’opera risultante non è solamente l’immagine di un fiore, ma la rappresentazione del potere dell’intelletto e dei suoi elaborati strumenti, utilizzati per indagare la natura.
Macoto Murayama (Kanagawa, 1984) unisce alla tecnologia l’arte botanica in modo da poter coltivare la “flora inorganica” da lui concepita. Il suo processo creativo parte dall’osservazione al microscopio e dalla dissezione di fiori reali, che vengono successivamente ricreati utilizzando programmi di grafica 3D.
L’opera risultante non è solamente l’immagine di un fiore, ma la rappresentazione del potere dell’intelletto e dei suoi elaborati strumenti, utilizzati per indagare la natura.